Una interessante ricerca svolta nella biblioteca del Dipartimento di musicologia e beni culturali (Cremona) dell’Università di Pavia ha analizzato il comportamento di studenti, ricercatori e docenti durante la consultazione del catalogo. I risultati sono stati pubblicati da Carlo Bianchini in un articolo uscito nella rivista AIB studi col titolo «Funziona come Google, vero?» (Vol. 57, n. 1 (gen.-apr. 2017), p. 23-49).
Dal riassunto, disponibile in rete:
«Nella ricerca è stata adottata una campionatura casuale di 30 utenti e ci si è basati su un approccio multi-metodo comprendente la cattura di screenshot e sondaggi pre e post-ricerca. I risultati dell’indagine mostrano che gli utenti della Biblioteca di musicologia preferiscono la ricerca con un’interfaccia ‘Google like’, che svolgono esclusivamente ricerche di oggetti noti, che i dati più utilizzati sono il cognome dell’autore (21,9%) o il nome e cognome dell’autore (21,9%), oppure cognome dell’autore e una parola del titolo (15,6%), che inseriscono una quantità di dati inferiore a quella in possesso e abbastanza spesso (36%) le intenzioni dichiarate sul questionario differiscono dalle azioni rilevabili dalla videoregistrazione. Questa prima indagine suggerisce di continuare ad applicare questo duplice metodo a nuovi casi, ampliando se possibile il numero del campione, diversificando la tipologia di biblioteca nella quale effettuare le ricerche ed esaminando nuove interfacce d’interrogazione (con particolare riguardo a quelle che consentono di individuare le entità definite nel modello FRBR).»