Fondo della Cappella musicale del Duomo di Arezzo e della Confraternita della Madonna del Conforto
Conservatore
Archivio diocesano e capitolare di Arezzo
Cappella musicale del Duomo di Arezzo e della Confraternita della Madonna del Conforto
Anno di acquisizione
fine Ottocento
Metodo di acquisizione
Soppressione enti ecclesiastici
Nota dell'acquisizione
Le modalità di acquisizione del materiale non è rintracciabile, ma è venuta in possesso dell'ente conservatore prima del 1891.
Storia del fondo
La produzione musicale aretina di ambito sacro è stata protagonista, a partire dalla fine XVI secolo, di sovrapposizioni di enti preposte alla musica (capitolo, cappella e confraternite) risultante in un inestricabile interscambio di fondi e posseduti in diversi soggetti conservatori e istituzioni archivistiche, fino all'odierna confluenza nell'Archivio e Biblioteca capitolari del Duomo solo in tempi molto recenti. Se i libri liturgico-musicali, per particolarità tipologiche, sono quasi sempre stati conservati in maniera precipua, le musiche polifoniche cinque-seicentesche, come le composizioni sacre sette-ottocentesche, sono invece state trattate a seconda dell'istituzione produttrice, anche se quelle stesse potevano dirsi quasi coincidenti per via delle maestranze, committenze e musicisti. Da metà Settecento, alla cappella musicale del Duomo si è affiancata, progressivamente sostituendosi, la confraternita della Madonna del Conforto, promossa dai vescovi Albergotti. Le musiche superstiti hanno quasi tutte tracce identificatrici afferenti alla Confraternita, ma sono conservate in ambienti diversi rispetto al complesso archivistico della Madonna del Conforto. Il grosso delle musiche è pervenuto al conservatore dal Duomo e non dalla Confraternita; l'inventario stilato dall'archivista Luigi Lallini nel 1891 non include le musiche oggi inserite nella sezione archivistica della Madonna del Conforto. Il pessimo stato di conservazione delle musiche evidenzia una precedente collocazione sotto un tetto.
Ambito disciplinare
Musica
Alimentazione del fondo
Chiuso
Indicizzazione del fondo
Esiste un inventario manoscritto di Luigi Lallini (1891), ancora utile.
Accessibilità del fondo
Consultabile tramite appuntamento
Tipologia
Dalle musiche si evince una pratica polifonica che si affianca alla tradizione gregoriana a partire dal XVII secolo, attestata dalle seicentine con musiche di Giovanni Bononcini e Giovanni Paolo Colonna, presenti in esemplari a stampa pubblicati a Bologna da Giacomo Monti nel 1686 e 1688. La quasi totalità della produzione, che occupa 52 faldoni in armadi ascrivibili alla cattedrale, è però da datare alla seconda metà del XVIII secolo, quando la cappella del duomo viene affiancata, nella produzione musicale, dalla confraternita della Madonna del Conforto promossa dai vescovi Albergotti, che imprimono il loro stemma su gran parte del posseduto. Francesco Zannetti e Giuseppe Viti sono i compositori più presenti nei 52 faldoni. Di Viti, soprattutto, compositore personale degli Albergotti, sono presenti quasi un centinaio di esemplari probabilmente autografi. Troviamo anche musiche del vescovo Girolamo Albergotti, datore di lavoro e allievo di Viti, dilettante di musica (come lui stesso si indica nei manoscritti), di Giuseppe Radicchi (maestro di cappella di Urbino), di Florindo Baldigara (di Pesaro), di Giambattista Borghi, Giuseppe Ajden, Filippo Marchetti, Anton Francesco Pazzaglia, Giovanni Battista Martini, Bartolomeo Felici, una stampa di una messa di Paolo Bellinzani (Bologna, Giuseppe Antonio Silvani, 1718) e manoscritti ottocenteschi di musiche di Disma Ugolini e Luigi Caruso. Tutto il materiale dei 52 faldoni è inventariato da Luigi Lallini nel suo lavoro del 1891.
A questi faldoni si aggiungono 15 pezzi manoscritti conservati nella sezione archivistica precipua della Madonna del Conforto, che recano i medesimi timbri identificativi degli Albergotti, ma con musiche quasi tutte (con l'eccezione di una Compieta di Stanislao Mattei del 1791) composte a partire dal secondo decennio dell'Ottocento fino al 1899, non presenti nell'inventariazione di Lallini e quindi riuniti nel posseduto dell'ente conservatore in epoca successiva all'Ottocento. 5 partiture sono di Nicola Antonio Zingaretti (un De profundis è segnato come autografo sul frontespizio), mentre le altre musiche (il più delle volte presenti nella sola partitura) sono di Luigi Mantinenti, Vieri Adami, Pietro Lalli, Disma Ugolini, Antonio Maria Amore, e Giuseppe Ferrari.
Genere
Vocale sacra
Consistenza materiale principale
Manoscritti musicali: più di 250
Musica a stampa antica (1500-1830): 5
Datazione del materiale
1601-1700
1701-1800
1801-1900
Caratteristiche fisiche
La musica della sezione della Madonna del Conforto è conservata in faldoni con fettucce di foggia moderna, le altre sono riposte in 52 faldoni di pelle in pessimo stato.
Identificazione
Sulla quasi totalità delle musiche c'è il timbro identificativo degli Albergotti e spesso sui frontespizi delle musiche di Viti e Albergotti si indica la contingenza compositiva per la Madonna del Conforto.
Esemplari con dedica
Molte musiche di Giuseppe Viti e di Girolamo Albergotti sono state composte appositamente per la Madonna del Conforto.
Stato di conservazione
Cattivo
Ambiente di conservazione
52 faldoni di musiche sono conservati in un armadio ligneo, e giacciono in stato pressoché pessimo, annerite da macchie di permanenza prolungata sotto un tetto. Le musiche sono quasi fuse l'una all'altra, spesso l'apertura dei faldoni è impossibile, e molte volte le macchie rendono completamente illeggibili titoli e musiche.
Data ultima modifica
14.04.2021
Fonte compilazione
sopralluogo di Nicola Bianchi nell'ottobre 2018
Archivio diocesano e capitolare di Arezzo
Indirizzo: Piazza Murello, 2
CAP: 52100
Comune: Arezzo
Provincia: AR
Regione: TOSCANA
Telefono: 057526552
http://www.diocesiarezzo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=263&Itemid=391
archiviostorico@diocesi.arezzo.it
ProduttoreCAP: 52100
Comune: Arezzo
Provincia: AR
Regione: TOSCANA
Telefono: 057526552
http://www.diocesiarezzo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=263&Itemid=391
archiviostorico@diocesi.arezzo.it
Cappella musicale del Duomo di Arezzo e della Confraternita della Madonna del Conforto
Estremi cronologici: sec. XVII-sec. XIX
Cenni biografici: I documenti in nostro possesso non permettono di sintetizzare con precisione le trasformazioni incorse tra i secoli XII e XVII all'interno del capitolo della cattedrale di Arezzo. Si evince comunque dalle carte rimasteci che al capitolo si affianca una cappella polifonica a partire dal secolo XVII. È possibile che tali istituzioni convivessero, ma è forse più probabile che la cappella abbia in qualche modo sostituito il capitolo nella pratica musicale. Dalla seconda metà del XVIII secolo, i vescovi Albergotti fondarono la Confraternita della Madonna del Conforto, e per lei crearono una cappella musicale autonoma (con tanto di due organi), che però si evince essersi sovrapposta completamente a quella del duomo con l'uso dei medesimi musici e cantori, con una produzione musicale protrattasi fino agli ultimi decenni del secolo XIX.
Note e bibliografia: Cinque secoli di musica ad Arezzo / Claudio Santori. Arezzo : Helicon, 2012.
Cenni biografici: I documenti in nostro possesso non permettono di sintetizzare con precisione le trasformazioni incorse tra i secoli XII e XVII all'interno del capitolo della cattedrale di Arezzo. Si evince comunque dalle carte rimasteci che al capitolo si affianca una cappella polifonica a partire dal secolo XVII. È possibile che tali istituzioni convivessero, ma è forse più probabile che la cappella abbia in qualche modo sostituito il capitolo nella pratica musicale. Dalla seconda metà del XVIII secolo, i vescovi Albergotti fondarono la Confraternita della Madonna del Conforto, e per lei crearono una cappella musicale autonoma (con tanto di due organi), che però si evince essersi sovrapposta completamente a quella del duomo con l'uso dei medesimi musici e cantori, con una produzione musicale protrattasi fino agli ultimi decenni del secolo XIX.
Note e bibliografia: Cinque secoli di musica ad Arezzo / Claudio Santori. Arezzo : Helicon, 2012.
Anno di acquisizione
fine Ottocento
Metodo di acquisizione
Soppressione enti ecclesiastici
Nota dell'acquisizione
Le modalità di acquisizione del materiale non è rintracciabile, ma è venuta in possesso dell'ente conservatore prima del 1891.
Storia del fondo
La produzione musicale aretina di ambito sacro è stata protagonista, a partire dalla fine XVI secolo, di sovrapposizioni di enti preposte alla musica (capitolo, cappella e confraternite) risultante in un inestricabile interscambio di fondi e posseduti in diversi soggetti conservatori e istituzioni archivistiche, fino all'odierna confluenza nell'Archivio e Biblioteca capitolari del Duomo solo in tempi molto recenti. Se i libri liturgico-musicali, per particolarità tipologiche, sono quasi sempre stati conservati in maniera precipua, le musiche polifoniche cinque-seicentesche, come le composizioni sacre sette-ottocentesche, sono invece state trattate a seconda dell'istituzione produttrice, anche se quelle stesse potevano dirsi quasi coincidenti per via delle maestranze, committenze e musicisti. Da metà Settecento, alla cappella musicale del Duomo si è affiancata, progressivamente sostituendosi, la confraternita della Madonna del Conforto, promossa dai vescovi Albergotti. Le musiche superstiti hanno quasi tutte tracce identificatrici afferenti alla Confraternita, ma sono conservate in ambienti diversi rispetto al complesso archivistico della Madonna del Conforto. Il grosso delle musiche è pervenuto al conservatore dal Duomo e non dalla Confraternita; l'inventario stilato dall'archivista Luigi Lallini nel 1891 non include le musiche oggi inserite nella sezione archivistica della Madonna del Conforto. Il pessimo stato di conservazione delle musiche evidenzia una precedente collocazione sotto un tetto.
Ambito disciplinare
Musica
Alimentazione del fondo
Chiuso
Indicizzazione del fondo
Esiste un inventario manoscritto di Luigi Lallini (1891), ancora utile.
Accessibilità del fondo
Consultabile tramite appuntamento
Tipologia
Dalle musiche si evince una pratica polifonica che si affianca alla tradizione gregoriana a partire dal XVII secolo, attestata dalle seicentine con musiche di Giovanni Bononcini e Giovanni Paolo Colonna, presenti in esemplari a stampa pubblicati a Bologna da Giacomo Monti nel 1686 e 1688. La quasi totalità della produzione, che occupa 52 faldoni in armadi ascrivibili alla cattedrale, è però da datare alla seconda metà del XVIII secolo, quando la cappella del duomo viene affiancata, nella produzione musicale, dalla confraternita della Madonna del Conforto promossa dai vescovi Albergotti, che imprimono il loro stemma su gran parte del posseduto. Francesco Zannetti e Giuseppe Viti sono i compositori più presenti nei 52 faldoni. Di Viti, soprattutto, compositore personale degli Albergotti, sono presenti quasi un centinaio di esemplari probabilmente autografi. Troviamo anche musiche del vescovo Girolamo Albergotti, datore di lavoro e allievo di Viti, dilettante di musica (come lui stesso si indica nei manoscritti), di Giuseppe Radicchi (maestro di cappella di Urbino), di Florindo Baldigara (di Pesaro), di Giambattista Borghi, Giuseppe Ajden, Filippo Marchetti, Anton Francesco Pazzaglia, Giovanni Battista Martini, Bartolomeo Felici, una stampa di una messa di Paolo Bellinzani (Bologna, Giuseppe Antonio Silvani, 1718) e manoscritti ottocenteschi di musiche di Disma Ugolini e Luigi Caruso. Tutto il materiale dei 52 faldoni è inventariato da Luigi Lallini nel suo lavoro del 1891.
A questi faldoni si aggiungono 15 pezzi manoscritti conservati nella sezione archivistica precipua della Madonna del Conforto, che recano i medesimi timbri identificativi degli Albergotti, ma con musiche quasi tutte (con l'eccezione di una Compieta di Stanislao Mattei del 1791) composte a partire dal secondo decennio dell'Ottocento fino al 1899, non presenti nell'inventariazione di Lallini e quindi riuniti nel posseduto dell'ente conservatore in epoca successiva all'Ottocento. 5 partiture sono di Nicola Antonio Zingaretti (un De profundis è segnato come autografo sul frontespizio), mentre le altre musiche (il più delle volte presenti nella sola partitura) sono di Luigi Mantinenti, Vieri Adami, Pietro Lalli, Disma Ugolini, Antonio Maria Amore, e Giuseppe Ferrari.
Genere
Vocale sacra
Consistenza materiale principale
Manoscritti musicali: più di 250
Musica a stampa antica (1500-1830): 5
Datazione del materiale
1601-1700
1701-1800
1801-1900
Caratteristiche fisiche
La musica della sezione della Madonna del Conforto è conservata in faldoni con fettucce di foggia moderna, le altre sono riposte in 52 faldoni di pelle in pessimo stato.
Identificazione
Sulla quasi totalità delle musiche c'è il timbro identificativo degli Albergotti e spesso sui frontespizi delle musiche di Viti e Albergotti si indica la contingenza compositiva per la Madonna del Conforto.
Esemplari con dedica
Molte musiche di Giuseppe Viti e di Girolamo Albergotti sono state composte appositamente per la Madonna del Conforto.
Stato di conservazione
Cattivo
Ambiente di conservazione
52 faldoni di musiche sono conservati in un armadio ligneo, e giacciono in stato pressoché pessimo, annerite da macchie di permanenza prolungata sotto un tetto. Le musiche sono quasi fuse l'una all'altra, spesso l'apertura dei faldoni è impossibile, e molte volte le macchie rendono completamente illeggibili titoli e musiche.
Data ultima modifica
14.04.2021
Fonte compilazione
sopralluogo di Nicola Bianchi nell'ottobre 2018
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