Fondo musicale
Conservatore
Concerto comunale di San Giovanni Valdarno
Concerto comunale di San Giovanni Valdarno
Anno di acquisizione
1818
Metodo di acquisizione
Acquisto|Dono|Nativo
Storia del fondo
Il corpo musicale di San Giovanni si origina nel 1818 per accompagnare le funzioni dell'Oratorio della Maria Santissima delle Grazie e nel 1900, su iniziativa di Ermenegildo Cappetti (1855-1924), diventa il "concerto comunale" ufficiale del municipio di San Giovanni Valdarno. La storica sede, in una dipendenza della Chiesa di San Lorenzo, viene bombardata nel 1944: un evento che segna la distruzione di gran parte posseduto ottocentesco della banda. L'estensione cronologica del materiale oggi conservato è riferibile soltanto a date successive al 1900. Numerosi cambi di sede e di conservatori hanno comportato una leggera dispersione del materiale, sempre trasferito da una posto all'altro, fino alla costruzione dell'odierna sede nel 1963.
Cappetti e il comune usarono il "concerto" per produrre musica per festività sia civili sia religiose e accompagnarono spesso la formazione corale diretta da Cappetti, oggi denominata "Corale Cappetti": benché i due fondi si distinguano per la diversa tipologia strumentale e corale, e per l'odierna divisione gestionale (sono due istituzioni diverse), i loro posseduti sono nati insieme e di certi pezzi con coro presenti al "concerto" si hanno analoghi pezzi con strumenti alla Corale.
Alimentazione del fondo
Aperto
Indicizzazione del fondo
Nel 1985 Agostino Marruchi, che inaugurò la pratica di conservare la musica in faldoni numerati da inlistare in ordine di acquisto/produzione, redasse un inventario, in parte dattiloscritto e in parte manoscritto; nel 1998-1999 Giuseppe Gori tradusse il registro di Marruchi in una rubrica ordinando le musiche per autore, senza però modificarne la "collocazione" all'interno dei faldoni. Nel 2010 l'attuale capobanda Riccardo Gorini ha copiato la rubrica di Gori in un file excel, consultabile in sede.
Accessibilità del fondo
Consultabile tramite appuntamento
Tipologia
Il concerto conserva circa 1400 pezzi; di questi solo il 40% è manoscritto.
Tra i manoscritti si segnalano gli autografi delle composizioni di Ermenegildo Cappetti, tra essi gli autografi (in partitura e parti) di una messa e di altre composizioni sacre (alcune copie del repertorio sacro si "completano" con quelle presenti alla Corale Cappetti), delle opere liriche (alcuni titoli: Clara, Rolfa, mai eseguita, Marta, Cleopatra, datata 1898) e dell'arrangiamento bandistico operato da Cappetti dell'intera opera Cavalleria rusticana di Mascagni.
I manoscritti di Cappetti sono comunque una minoranza rispetto a quelli del più recente direttore Lilio Narduzzi (in carica dal 1981 al 1997): egli copiò le parti da partiture a stampa acquistate, produsse molti arrangiamenti di pezzi classici celebri (di tutte le epoche, con particolare predilezione per Cajkovskij, Johann Strauss, Mascagni, Puccini, Gounod, Cilea, Catalani) e compose diverso materiale (ballabili, suites, sonate, musica sacra), tra cui l'inno della città di San Giovanni Valdarno, nel 2018 diventano inno ufficiale per decreto comunale.
Alcuni manoscritti sacri degli anni '50 e '60 (opera soprattutto di Silvio Masini) derivano dalla produzione in gemellaggio con la Corale.
Il resto dei pezzi sono stampati, in edizioni moderne (ascrivibili a editori nazionali, per esempio Scomegna, ma anche a editori locali, come Allemanda di Laterina; alcune edizioni sono storiche, come la stampa che Saporetti & Cappelli di Firenze effettuarono della Clara di Cappetti nel 1899), in partitura e parti, e abbracciano un vastissimo repertorio bandistico, con ballabili, marce, canzonette, musica leggera e colonne sonore.
Genere
Bandistica
Vocale operistica/profana
Consistenza materiale principale
Manoscritti musicali
Musica a stampa moderna (post 1830): circa 1300 pezzi
Consistenza materiale secondaria
Strumenti musicali
Datazione del materiale
1901-2000
post-2000
Caratteristiche fisiche
Il materiale è conservato all'interno di faldoni. Alcuni lavori di Cappetti, sopravvissuti al bombardamento del 1944, presentano segni di deterioramento, ma il resto del posseduto è in condizioni più che accettabili.
Identificazione
Ci sono almeno due timbri di identificazione, uno sui faldoni e uno sui pezzi; i faldoni, organizzati da Marruchi, hanno numerazioni di due diversi colori: una numerazione rossa per i faldoni contenenti musica eseguibile in processione o in marcia (lettorine) e una numerazione nera per le partiture e parti da leggio.
Stato di conservazione
Buono
Ambiente di conservazione
Librerie lignee e faldoni da ufficio in una stanza apposita della sede del Concerto; dal 1963 la musica è sempre rimasta nella sede nuova, ma è stata conservata in diverse stanza prima di quella attuale.
Bibliografia
La banda di San Giovanni Valdarno: duecento anni di musica / Giovanni Marruchi. Fiesole: Servizio Editoriale Fiesolano, 2004.
Data ultima modifica
01.10.2021
Fonte compilazione
Sopralluogo novembre 2019
Concerto comunale di San Giovanni Valdarno
Indirizzo: Piazza della Libertà, 1
CAP: 52027
Comune: San Giovanni Valdarno
Provincia: AR
Regione: TOSCANA
Telefono: 055944369
https://www.concertocomunalesangiovannese.it
info@concertocomunalesangiovannese.it
ProduttoreCAP: 52027
Comune: San Giovanni Valdarno
Provincia: AR
Regione: TOSCANA
Telefono: 055944369
https://www.concertocomunalesangiovannese.it
info@concertocomunalesangiovannese.it
Concerto comunale di San Giovanni Valdarno
Estremi cronologici: 1818-
Cenni biografici: La banda di San Giovanni Valdarno nasce nel febbraio del 1818, in piena epoca della Restaurazione per le necessità del locale Oratorio di Maria Santissima delle Grazie, incaricato di organizzare la vita musicale cittadina intorno a festeggiamenti più o meno ordinari della città, come ad esempio i cosiddetti “Uffizi”, in periodo di carnevale, volti ad accogliere le offerte recate al santuario mariano dalle “terre” circonvicine o le grandi feste “Perdono” che cadevano in agosto, la domenica successiva all'Assunta, molto sentite perché legate appunto del “Perdono”, la concessione dell’indulgenza plenaria per chi avesse visitato in quei giorni l’oratorio mariano. L'esigenza era quindi quella di formare un gruppo fisso e stabile di musicisti locali che sostituissero gruppi di suonatori chiamati da città limitrofe all'occorrenza, che non garantivano una buona resa musicale degli eventi e che erano una spesa gravosa anche a livello economico. Tutto ciò convinse gli amministratori dell’Oratorio a finanziare la creazione della banda e della scuola per la formazione dei musicanti. Le prestazioni del gruppo sarebbero state gratuite finché non fosse stata “riscattata” la somma anticipata per l’acquisto di strumenti, musica ed accessori, nonché per la paga del maestro che, oltre a dirigere il gruppo, aveva l’obbligo di insegnare la musica e suonare l’organo in chiesa la domenica e le altre feste comandate.
La banda di San Giovanni, in pochi anni e con gli alti e bassi tipici della vita delle associazioni, non solo consolidò con la cittadinanza e la locale Amministrazione Comunale, ma accrebbe l’entità dell’organico e la qualità delle esecuzioni. Per questo, oltre a svolgere attività all'interno del territorio comunale, partecipò con successo ad eventi significativi a livello nazionale, come ad esempio l’inaugurazione del monumento a Dante Alighieri in piazza Santa Croce a Firenze il 14 maggio 1865, come pure la partecipazione alle celebrazioni michelangiolesche, sempre a Firenze, dieci anni dopo.
È alla fine dell’Ottocento che la banda di San Giovanni, come molte altre, attraversa la sua “età dell’oro”. Il 13 aprile 1883 il Consiglio Comunale di San Giovanni designò un giovane maestro di Arezzo, Ermenegildo Cappetti, quale direttore stabile della banda, incarico che ricoprì fino al 1924, guidando i musicanti verso importanti successi in numerosi concorsi nazionali: primo fra tutti il conseguimento della medaglia d’oro nel concorso bandistico di Torino del 1902. Durante la guida di Cappetti la banda trasformò anche la sua natura da associazione privata a vero e proprio ente pubblico, organo del Comune di San Giovanni, assumendo il nome di “Concerto Comunale di San Giovanni Valdarno”, conservato sino ad oggi a sottolineare il fatto che la banda è parte integrante della cittadinanza sangiovannese.
Nonostante le pause drammatiche prodotte dai due conflitti mondiali, il Concerto Comunale di San Giovanni ha trovato sempre, nella cittadinanza sangiovannese e nella collaborazione con le altre istituzioni bandistiche della vallata, le energie necessarie per rinnovare la propria vita musicale e riuscire a tener viva non solo la Scuola di Musica (individuata come priorità sin dal momento della costituzione del sodalizio), ma anche l'attività concertistica della banda, creando cicli di concerti a tema e conservando una vitale attività musicale.
Note e bibliografia: Concerto comunale di San Giovanni Valdarno. (ultima visita: 19 set 2019)
Pagina Wikipedia. (ultima visita: 13 nov 2019)
La banda di San Giovanni Valdarno : duecento anni di musica / Giovanni Marruchi. Fiesole : Servizio Editoriale Fiesolano, 2004 (SMF CEDOMUS 247)
Cenni biografici: La banda di San Giovanni Valdarno nasce nel febbraio del 1818, in piena epoca della Restaurazione per le necessità del locale Oratorio di Maria Santissima delle Grazie, incaricato di organizzare la vita musicale cittadina intorno a festeggiamenti più o meno ordinari della città, come ad esempio i cosiddetti “Uffizi”, in periodo di carnevale, volti ad accogliere le offerte recate al santuario mariano dalle “terre” circonvicine o le grandi feste “Perdono” che cadevano in agosto, la domenica successiva all'Assunta, molto sentite perché legate appunto del “Perdono”, la concessione dell’indulgenza plenaria per chi avesse visitato in quei giorni l’oratorio mariano. L'esigenza era quindi quella di formare un gruppo fisso e stabile di musicisti locali che sostituissero gruppi di suonatori chiamati da città limitrofe all'occorrenza, che non garantivano una buona resa musicale degli eventi e che erano una spesa gravosa anche a livello economico. Tutto ciò convinse gli amministratori dell’Oratorio a finanziare la creazione della banda e della scuola per la formazione dei musicanti. Le prestazioni del gruppo sarebbero state gratuite finché non fosse stata “riscattata” la somma anticipata per l’acquisto di strumenti, musica ed accessori, nonché per la paga del maestro che, oltre a dirigere il gruppo, aveva l’obbligo di insegnare la musica e suonare l’organo in chiesa la domenica e le altre feste comandate.
La banda di San Giovanni, in pochi anni e con gli alti e bassi tipici della vita delle associazioni, non solo consolidò con la cittadinanza e la locale Amministrazione Comunale, ma accrebbe l’entità dell’organico e la qualità delle esecuzioni. Per questo, oltre a svolgere attività all'interno del territorio comunale, partecipò con successo ad eventi significativi a livello nazionale, come ad esempio l’inaugurazione del monumento a Dante Alighieri in piazza Santa Croce a Firenze il 14 maggio 1865, come pure la partecipazione alle celebrazioni michelangiolesche, sempre a Firenze, dieci anni dopo.
È alla fine dell’Ottocento che la banda di San Giovanni, come molte altre, attraversa la sua “età dell’oro”. Il 13 aprile 1883 il Consiglio Comunale di San Giovanni designò un giovane maestro di Arezzo, Ermenegildo Cappetti, quale direttore stabile della banda, incarico che ricoprì fino al 1924, guidando i musicanti verso importanti successi in numerosi concorsi nazionali: primo fra tutti il conseguimento della medaglia d’oro nel concorso bandistico di Torino del 1902. Durante la guida di Cappetti la banda trasformò anche la sua natura da associazione privata a vero e proprio ente pubblico, organo del Comune di San Giovanni, assumendo il nome di “Concerto Comunale di San Giovanni Valdarno”, conservato sino ad oggi a sottolineare il fatto che la banda è parte integrante della cittadinanza sangiovannese.
Nonostante le pause drammatiche prodotte dai due conflitti mondiali, il Concerto Comunale di San Giovanni ha trovato sempre, nella cittadinanza sangiovannese e nella collaborazione con le altre istituzioni bandistiche della vallata, le energie necessarie per rinnovare la propria vita musicale e riuscire a tener viva non solo la Scuola di Musica (individuata come priorità sin dal momento della costituzione del sodalizio), ma anche l'attività concertistica della banda, creando cicli di concerti a tema e conservando una vitale attività musicale.
Note e bibliografia: Concerto comunale di San Giovanni Valdarno. (ultima visita: 19 set 2019)
Pagina Wikipedia. (ultima visita: 13 nov 2019)
La banda di San Giovanni Valdarno : duecento anni di musica / Giovanni Marruchi. Fiesole : Servizio Editoriale Fiesolano, 2004 (SMF CEDOMUS 247)
Anno di acquisizione
1818
Metodo di acquisizione
Acquisto|Dono|Nativo
Storia del fondo
Il corpo musicale di San Giovanni si origina nel 1818 per accompagnare le funzioni dell'Oratorio della Maria Santissima delle Grazie e nel 1900, su iniziativa di Ermenegildo Cappetti (1855-1924), diventa il "concerto comunale" ufficiale del municipio di San Giovanni Valdarno. La storica sede, in una dipendenza della Chiesa di San Lorenzo, viene bombardata nel 1944: un evento che segna la distruzione di gran parte posseduto ottocentesco della banda. L'estensione cronologica del materiale oggi conservato è riferibile soltanto a date successive al 1900. Numerosi cambi di sede e di conservatori hanno comportato una leggera dispersione del materiale, sempre trasferito da una posto all'altro, fino alla costruzione dell'odierna sede nel 1963.
Cappetti e il comune usarono il "concerto" per produrre musica per festività sia civili sia religiose e accompagnarono spesso la formazione corale diretta da Cappetti, oggi denominata "Corale Cappetti": benché i due fondi si distinguano per la diversa tipologia strumentale e corale, e per l'odierna divisione gestionale (sono due istituzioni diverse), i loro posseduti sono nati insieme e di certi pezzi con coro presenti al "concerto" si hanno analoghi pezzi con strumenti alla Corale.
Alimentazione del fondo
Aperto
Indicizzazione del fondo
Nel 1985 Agostino Marruchi, che inaugurò la pratica di conservare la musica in faldoni numerati da inlistare in ordine di acquisto/produzione, redasse un inventario, in parte dattiloscritto e in parte manoscritto; nel 1998-1999 Giuseppe Gori tradusse il registro di Marruchi in una rubrica ordinando le musiche per autore, senza però modificarne la "collocazione" all'interno dei faldoni. Nel 2010 l'attuale capobanda Riccardo Gorini ha copiato la rubrica di Gori in un file excel, consultabile in sede.
Accessibilità del fondo
Consultabile tramite appuntamento
Tipologia
Il concerto conserva circa 1400 pezzi; di questi solo il 40% è manoscritto.
Tra i manoscritti si segnalano gli autografi delle composizioni di Ermenegildo Cappetti, tra essi gli autografi (in partitura e parti) di una messa e di altre composizioni sacre (alcune copie del repertorio sacro si "completano" con quelle presenti alla Corale Cappetti), delle opere liriche (alcuni titoli: Clara, Rolfa, mai eseguita, Marta, Cleopatra, datata 1898) e dell'arrangiamento bandistico operato da Cappetti dell'intera opera Cavalleria rusticana di Mascagni.
I manoscritti di Cappetti sono comunque una minoranza rispetto a quelli del più recente direttore Lilio Narduzzi (in carica dal 1981 al 1997): egli copiò le parti da partiture a stampa acquistate, produsse molti arrangiamenti di pezzi classici celebri (di tutte le epoche, con particolare predilezione per Cajkovskij, Johann Strauss, Mascagni, Puccini, Gounod, Cilea, Catalani) e compose diverso materiale (ballabili, suites, sonate, musica sacra), tra cui l'inno della città di San Giovanni Valdarno, nel 2018 diventano inno ufficiale per decreto comunale.
Alcuni manoscritti sacri degli anni '50 e '60 (opera soprattutto di Silvio Masini) derivano dalla produzione in gemellaggio con la Corale.
Il resto dei pezzi sono stampati, in edizioni moderne (ascrivibili a editori nazionali, per esempio Scomegna, ma anche a editori locali, come Allemanda di Laterina; alcune edizioni sono storiche, come la stampa che Saporetti & Cappelli di Firenze effettuarono della Clara di Cappetti nel 1899), in partitura e parti, e abbracciano un vastissimo repertorio bandistico, con ballabili, marce, canzonette, musica leggera e colonne sonore.
Genere
Bandistica
Vocale operistica/profana
Consistenza materiale principale
Manoscritti musicali
Musica a stampa moderna (post 1830): circa 1300 pezzi
Consistenza materiale secondaria
Strumenti musicali
Datazione del materiale
1901-2000
post-2000
Caratteristiche fisiche
Il materiale è conservato all'interno di faldoni. Alcuni lavori di Cappetti, sopravvissuti al bombardamento del 1944, presentano segni di deterioramento, ma il resto del posseduto è in condizioni più che accettabili.
Identificazione
Ci sono almeno due timbri di identificazione, uno sui faldoni e uno sui pezzi; i faldoni, organizzati da Marruchi, hanno numerazioni di due diversi colori: una numerazione rossa per i faldoni contenenti musica eseguibile in processione o in marcia (lettorine) e una numerazione nera per le partiture e parti da leggio.
Stato di conservazione
Buono
Ambiente di conservazione
Librerie lignee e faldoni da ufficio in una stanza apposita della sede del Concerto; dal 1963 la musica è sempre rimasta nella sede nuova, ma è stata conservata in diverse stanza prima di quella attuale.
Bibliografia
La banda di San Giovanni Valdarno: duecento anni di musica / Giovanni Marruchi. Fiesole: Servizio Editoriale Fiesolano, 2004.
Data ultima modifica
01.10.2021
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