Fondo dei Citati. Materiale musicale
Conservatore
Biblioteca dell'Accademia della Crusca
Accademia della Crusca
Anno di acquisizione
A partire dalla fine del XVI secolo
Metodo di acquisizione
Acquisto|Dono|Lascito|Soppressione enti ecclesiastici
Storia del fondo
Nella Biblioteca dell’Accademia della Crusca è conservato un fondo di particolare significato, sia per la storia dell’Accademia che per la storia della lingua italiana: il Fondo dei Citati. Nel Fondo si trovano raccolte le edizioni a stampa citate nel Vocabolario degli accademici della Crusca, pubblicato in cinque edizioni, dal 1612 al 1923. La costituzione del Fondo dei Citati inizia probabilmente già dal 1591, con la raccolta, da parte degli accademici, di testi manoscritti e a stampa per redigere il vocabolario: la tipologia dei testi è multidisciplinare, e comprende tra gli altri, testi di letteratura, scientifici e commedie. Nell’archivio storico dell’Accademia sono conservati tre cataloghi, databili tra la fine del XVII secolo e la metà del XVIII, nei quali si trovano descritti anche alcuni esemplari che tutt’oggi fanno parte del fondo; tra questi il Dialogo di Vincentio Galilei nobile fiorentino della musica antica et della moderna del 1581 (CIT.C.1.1), esemplare sul quale si trovano annotazioni delle precedenti collocazioni e due timbri della Crusca. Con la ricostituzione della biblioteca nel 1811 si ha notizia dagli accademici bibliotecari dell’arrivo di numerosi volumi, prima dalle soppressioni conventuali poi con l’acquisto nel 1821 di opere di edizioni citate, tra questi si segnala l'entrata de La Fiera e la Tancia (CIT.C.9.2) e Canti carnacialeschi, (1750 - CIT.B.7.16) del Buonarroti, e Bacco in Toscana, (1685 - CIT.F.2.19) di Redi. Gli acquisti di testi citati proseguirono fino all’inizio del Novecento. La costituzione di un fondo separato come collocazione CIT. e come posizione libraria a sé stante sembra risalire alla fine del XIX secolo. Attualmente il Fondo dei Citati è composto da 1.684 volumi.
Alimentazione del fondo
Chiuso
Indicizzazione del fondo
Ricerca libera, per parole chiave, per autore/titolo
Importante e recente strumento di ricerca è la banca dati Il Fondo dei Citati (www.citatinellacrusca.it). Insieme agli elementi descrittivi finalizzati a testimoniare la storia editoriale dell’opera, si trovano anche tutti quegli elementi utili per ricostruire la vita dell’esemplare. All’interno della banca dati per ogni opera del fondo è disponibile un record bibliografico analitico che, accanto alla descrizione dei dati di edizione, dà ampio spazio all’area delle note, in particolare alle note di esemplare e di provenienza.
Di seguito si allega una prima elencazione redatta in occasione della presente ricognizione (dicembre 2022).
Allegato 1
Accessibilità del fondo
Consultabile tramite appuntamento
Per accedere alla Biblioteca scrivere a biblioteca@crusca.fi.it e consultare il Regolamento https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/norme-per-gli-utenti/7143
Tipologia
Del Fondo dei Citati fanno parte testi di teoria e trattati, di musica e di acustica, dissertazioni e saggi (Galilei, Doni, Martini), tutte opere fondamentali per lo studio musicologico e lessicale. Notevole anche la presenza di testi per musica del XVI e XVII secolo (molte in prime edizioni) come commedie con intermedi, canti carnacialeschi, sonetti e cantate, di cui si conserva il solo testo poetico e spesso informazioni preziose sugli allestimenti, scene e prassi esecutiva dell’epoca. I volumi selezionati in occasione del presente censimento sono in totale 50, pubblicati tra la fine del Cinquecento e i primi dell’Ottocento, e si trovano elencati nell'allegato al campo Indicizzazione.
Il fondo dei Citati non contiene musica notata.
Genere
Vocale operistica/profana
Consistenza materiale principale
Libretti per musica
Trattati Musicali
Datazione del materiale
1501-1600
1601-1700
1701-1800
1801-1900
Caratteristiche fisiche
Le misure dei volumi vanno dagli 11 ai 35 cm. Diverse le forme e le legature.
Identificazione
Stato di conservazione
Buono
Ambiente di conservazione
Il Fondo dei Citati è conservato in Sala di lettura.
Bibliografia
Data ultima modifica
21.04.2023
Fonte compilazione
Sopralluogo e ricognizione a cura di Marta Ciuffi - dicembre 2022
Biblioteca dell'Accademia della Crusca
Codice ICCU: FI0054
Indirizzo: Via di Castello, 46
CAP: 50141
Comune: Firenze
Provincia: FI
Telefono: 055 454277
http://www.accademiadellacrusca.it/
biblioteca@crusca.fi.it
ProduttoreIndirizzo: Via di Castello, 46
CAP: 50141
Comune: Firenze
Provincia: FI
Telefono: 055 454277
http://www.accademiadellacrusca.it/
biblioteca@crusca.fi.it
Accademia della Crusca
Estremi cronologici: 1570 -
Cenni biografici: La storia dell’Accademia della Crusca affonda le proprie radici nel decennio 1570-1580, quando un gruppo di amici e letterati fiorentini, che usava riunirsi regolarmente, si dette il nome scherzoso di “brigata dei crusconi”. Già con la scelta di questo nome il gruppo manifestò la volontà di differenziarsi dalle pedanterie dell'Accademia fiorentina, alle quali contrapponeva le “cruscate”, cioè discorsi giocosi e conversazioni di poca importanza. Già da questi primissimi anni di attività non erano comunque del tutto assenti intenzioni letterarie, con dispute e letture di un certo impegno culturale, rivolte in particolar modo verso opere e autori volgari. Vengono tradizionalmente indicati come i fondatori della Crusca Giovan Battista Deti, il Sollo; Anton Francesco Grazzini, il Lasca; Bernardo Canigiani, il Gramolato; Bernardo Zanchini, il Macerato; Bastiano de’ Rossi, l’Inferigno, cui si aggiunse nell’ottobre 1582 Lionardo Salviati, l’Infarinato, che dette la spinta decisiva verso la trasformazione degli intenti dell’Accademia e indicò il ruolo normativo che da quel momento in poi essa avrebbe assunto.
Sempre intorno al 1590 l’attività dell’Accademia iniziò ad essere concentrata nella preparazione del Vocabolario per mostrare e conservare la bellezza e l’utilità del fiorentino trecentesco. Le prime opere oggetto di spoglio furono la Divina Commedia di Dante, il Decameron di Boccaccio e il Canzoniere di Petrarca. Il Vocabolario degli Accademici della Crusca fu stampato a Venezia e uscì nel 1612, suscitando immediatamente grande interesse e altrettanto accese dispute riguardo ai criteri adottati; in particolare, a molti non piacque l’aperto fiorentinismo arcaizzante proposto dal Vocabolario, che comunque rappresentò per secoli, in un’Italia politicamente e linguisticamente divisa, il più prezioso e ricco tesoro della lingua comune, il più forte legame interno alla comunità italiana, quindi lo strumento indispensabile per tutti coloro che volevano scrivere in buon italiano.
Il 1923 rappresenta l’inizio di profondi cambiamenti nelle attività e nelle funzioni che fino ad allora la Crusca aveva svolto: in quell’anno, infatti, l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile dispose, con il Regio Decreto dell'11 marzo 1923, il nuovo ordinamento dell’Accademia che prevedeva l’interruzione della compilazione e della stampa del vocabolario, quindi la soppressione della secolare attività lessicografica. Con un altro decreto del 1937 fu istituito presso l’Accademia un Centro di studi di filologia italiana “con lo scopo di promuovere lo studio e l’edizione critica degli antichi testi e degli scrittori classici della letteratura italiana dalle origini al secolo XIX”.
(estratti da Storia dell'Accademia <https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/storia/6981>
Note e bibliografia: Ragionieri Delia, La biblioteca dell’Accademia della Crusca. Storia e documenti, Firenze, Accademia della Crusca-Vecchiarelli editore, 2015, pp. 402.
Cenni biografici: La storia dell’Accademia della Crusca affonda le proprie radici nel decennio 1570-1580, quando un gruppo di amici e letterati fiorentini, che usava riunirsi regolarmente, si dette il nome scherzoso di “brigata dei crusconi”. Già con la scelta di questo nome il gruppo manifestò la volontà di differenziarsi dalle pedanterie dell'Accademia fiorentina, alle quali contrapponeva le “cruscate”, cioè discorsi giocosi e conversazioni di poca importanza. Già da questi primissimi anni di attività non erano comunque del tutto assenti intenzioni letterarie, con dispute e letture di un certo impegno culturale, rivolte in particolar modo verso opere e autori volgari. Vengono tradizionalmente indicati come i fondatori della Crusca Giovan Battista Deti, il Sollo; Anton Francesco Grazzini, il Lasca; Bernardo Canigiani, il Gramolato; Bernardo Zanchini, il Macerato; Bastiano de’ Rossi, l’Inferigno, cui si aggiunse nell’ottobre 1582 Lionardo Salviati, l’Infarinato, che dette la spinta decisiva verso la trasformazione degli intenti dell’Accademia e indicò il ruolo normativo che da quel momento in poi essa avrebbe assunto.
Sempre intorno al 1590 l’attività dell’Accademia iniziò ad essere concentrata nella preparazione del Vocabolario per mostrare e conservare la bellezza e l’utilità del fiorentino trecentesco. Le prime opere oggetto di spoglio furono la Divina Commedia di Dante, il Decameron di Boccaccio e il Canzoniere di Petrarca. Il Vocabolario degli Accademici della Crusca fu stampato a Venezia e uscì nel 1612, suscitando immediatamente grande interesse e altrettanto accese dispute riguardo ai criteri adottati; in particolare, a molti non piacque l’aperto fiorentinismo arcaizzante proposto dal Vocabolario, che comunque rappresentò per secoli, in un’Italia politicamente e linguisticamente divisa, il più prezioso e ricco tesoro della lingua comune, il più forte legame interno alla comunità italiana, quindi lo strumento indispensabile per tutti coloro che volevano scrivere in buon italiano.
Il 1923 rappresenta l’inizio di profondi cambiamenti nelle attività e nelle funzioni che fino ad allora la Crusca aveva svolto: in quell’anno, infatti, l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile dispose, con il Regio Decreto dell'11 marzo 1923, il nuovo ordinamento dell’Accademia che prevedeva l’interruzione della compilazione e della stampa del vocabolario, quindi la soppressione della secolare attività lessicografica. Con un altro decreto del 1937 fu istituito presso l’Accademia un Centro di studi di filologia italiana “con lo scopo di promuovere lo studio e l’edizione critica degli antichi testi e degli scrittori classici della letteratura italiana dalle origini al secolo XIX”.
(estratti da Storia dell'Accademia <https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/storia/6981>
Note e bibliografia: Ragionieri Delia, La biblioteca dell’Accademia della Crusca. Storia e documenti, Firenze, Accademia della Crusca-Vecchiarelli editore, 2015, pp. 402.
Anno di acquisizione
A partire dalla fine del XVI secolo
Metodo di acquisizione
Acquisto|Dono|Lascito|Soppressione enti ecclesiastici
Storia del fondo
Nella Biblioteca dell’Accademia della Crusca è conservato un fondo di particolare significato, sia per la storia dell’Accademia che per la storia della lingua italiana: il Fondo dei Citati. Nel Fondo si trovano raccolte le edizioni a stampa citate nel Vocabolario degli accademici della Crusca, pubblicato in cinque edizioni, dal 1612 al 1923. La costituzione del Fondo dei Citati inizia probabilmente già dal 1591, con la raccolta, da parte degli accademici, di testi manoscritti e a stampa per redigere il vocabolario: la tipologia dei testi è multidisciplinare, e comprende tra gli altri, testi di letteratura, scientifici e commedie. Nell’archivio storico dell’Accademia sono conservati tre cataloghi, databili tra la fine del XVII secolo e la metà del XVIII, nei quali si trovano descritti anche alcuni esemplari che tutt’oggi fanno parte del fondo; tra questi il Dialogo di Vincentio Galilei nobile fiorentino della musica antica et della moderna del 1581 (CIT.C.1.1), esemplare sul quale si trovano annotazioni delle precedenti collocazioni e due timbri della Crusca. Con la ricostituzione della biblioteca nel 1811 si ha notizia dagli accademici bibliotecari dell’arrivo di numerosi volumi, prima dalle soppressioni conventuali poi con l’acquisto nel 1821 di opere di edizioni citate, tra questi si segnala l'entrata de La Fiera e la Tancia (CIT.C.9.2) e Canti carnacialeschi, (1750 - CIT.B.7.16) del Buonarroti, e Bacco in Toscana, (1685 - CIT.F.2.19) di Redi. Gli acquisti di testi citati proseguirono fino all’inizio del Novecento. La costituzione di un fondo separato come collocazione CIT. e come posizione libraria a sé stante sembra risalire alla fine del XIX secolo. Attualmente il Fondo dei Citati è composto da 1.684 volumi.
Alimentazione del fondo
Chiuso
Indicizzazione del fondo
- Catalogo a scheda per collocazione: CITATI
- Link allo scaffale digitale : https://www.citatinellacrusca.it/
- Link catalogo della biblioteca: https://onesearch.unifi.it/primo-explore/search?vid=39UFI_V1&tab=default_tab&search_scope=Crusca&lang=it_IT
Ricerca libera, per parole chiave, per autore/titolo
Importante e recente strumento di ricerca è la banca dati Il Fondo dei Citati (www.citatinellacrusca.it). Insieme agli elementi descrittivi finalizzati a testimoniare la storia editoriale dell’opera, si trovano anche tutti quegli elementi utili per ricostruire la vita dell’esemplare. All’interno della banca dati per ogni opera del fondo è disponibile un record bibliografico analitico che, accanto alla descrizione dei dati di edizione, dà ampio spazio all’area delle note, in particolare alle note di esemplare e di provenienza.
Di seguito si allega una prima elencazione redatta in occasione della presente ricognizione (dicembre 2022).
Allegato 1
Accessibilità del fondo
Consultabile tramite appuntamento
Per accedere alla Biblioteca scrivere a biblioteca@crusca.fi.it e consultare il Regolamento https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/norme-per-gli-utenti/7143
Tipologia
Del Fondo dei Citati fanno parte testi di teoria e trattati, di musica e di acustica, dissertazioni e saggi (Galilei, Doni, Martini), tutte opere fondamentali per lo studio musicologico e lessicale. Notevole anche la presenza di testi per musica del XVI e XVII secolo (molte in prime edizioni) come commedie con intermedi, canti carnacialeschi, sonetti e cantate, di cui si conserva il solo testo poetico e spesso informazioni preziose sugli allestimenti, scene e prassi esecutiva dell’epoca. I volumi selezionati in occasione del presente censimento sono in totale 50, pubblicati tra la fine del Cinquecento e i primi dell’Ottocento, e si trovano elencati nell'allegato al campo Indicizzazione.
Il fondo dei Citati non contiene musica notata.
Genere
Vocale operistica/profana
Consistenza materiale principale
Libretti per musica
Trattati Musicali
Datazione del materiale
1501-1600
1601-1700
1701-1800
1801-1900
Caratteristiche fisiche
Le misure dei volumi vanno dagli 11 ai 35 cm. Diverse le forme e le legature.
Identificazione
- Timbri dell’Accademia https://www.citatinellacrusca.it/img/timbri.jpg
- Timbro del convento della SS. Annunziata: timbro di possesso: "D[omus] S[anctissimae] A[nnuntiatae
- Timbro del libraio: "G.G. Guidi editore di musica. Firenze”
- Timbro ad inchiostro nero: "Biblioth. Corsinia vetus".
- Etichetta del libraio: "Libreria Borella in Bergamo”
- Ex libris Lecomte
- Ex libris non identificato (stemma coronato con porta sormontata da due torri con al centro un'aquila; alla base cartiglio recante il motto: "Fideliter")
- Note ms di possesso
Stato di conservazione
Buono
Ambiente di conservazione
Il Fondo dei Citati è conservato in Sala di lettura.
Bibliografia
- Rossi Fabio, La musica nella Crusca. Leopoldo de’ Medici, Giovan Battista Doni, e un glossario manoscritto di termini musicali del XVII secolo, in Studi di Lessicografia italiana, 13(1996), pp. 123-182.
- Neoplatonismo, musica, letteratura nel Rinascimento, i Bardi di Vernio e L'Accademia della Crusca, atti del Convegno internazionale di studi (Firenze-Vernio 25-26 settembre 1998), a cura di Piero Gargiulo, Alessandro Magini, Stéphane Toussaint, Prato, A. Rindi, stampa 2000.
- Ragionieri Delia, La biblioteca dell’Accademia della Crusca. Storia e documenti, Firenze, Accademia della Crusca-Vecchiarelli editore, 2015.
Data ultima modifica
21.04.2023
Fonte compilazione
Sopralluogo e ricognizione a cura di Marta Ciuffi - dicembre 2022
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