Etimologicamente wikipedia significa “cultura veloce” e nasce dall’unione del termine hawaiano wiki wiki – usato per indicare i rapidi bus navetta che collegano l’aeroporto alla città di Honolulu – con il suffisso di origine greca –pedia, formazione. Nata nel 2001, Wikipedia vuole essere un’enciclopedia a contenuto libero e gratuito creata in forma collaborativa: con più di 35 milioni di voci in oltre 280 lingue, attualmente è l’enciclopedia più grande mai scritta; è tra i dieci siti web più visitati al mondo e costituisce la maggiore e più consultata opera di riferimento generalista di internet.

Pochi anni fa nessuno conosceva il significato della parola “wiki”. Oggi, invece, wikipedia è diventato il simbolo del cambiamento della rete e il suo significato, in senso più ampio, indica un sito web in cui attraverso la collaborazione degli utenti permette la modifica di ogni contenuto. Possiamo pensare a un wiki come una grande aula in cui gli studenti lavorano per comporre saggi su qualsiasi argomento. Non solo gli studenti possono continuare ad aggiungere nozioni, ma possono modificare gli articoli a vicenda.

Un aspetto tradizionale di un wiki è che non è controllato da nessuno ad eccezione della comunità di chi lo usa e per questo può apparire potenzialmente inaffidabile e caotico. Eppure oggi i wiki più affermati e rispettati sono molto lontani dall’essere definiti liberi. Sono comparse le figure dei redattori che gestiscono particolari sezioni o argomenti, e qualsiasi novità viene controllata, redatta o rifiutata. E i navigatori della rete sono d’accordo con questo comportamento. Uno studio dimostra che il 50% degli internauti consulta Wikipedia e pretende qualità.

Il wiki finisce spesso per diventare un simbolo dello sforzo della comunità, un lavoro cooperativo costantemente aggiornato e quindi, per questo, idealmente sempre attuale.

Clari, Felici, Becherini, Giorgetti, il Fondo musicale Venturi o il Trattato di armonia di Giovanni Pacini appaiono in Wikipedia? Quali voci riguardanti la musica e i musicisti toscani sono presenti in questa moderna opera enciclopedica? In che misura? Da chi e come sono state redatte? Sono affidabili? Possono essere considerate strumenti di ricerca? E’ davvero così facile e veloce – o easy come si direbbe oggi colloquialmente – creare una voce su Wikipedia? 

Attraverso una lettura “wikipediana” vorremmo condividere alcuni aspetti dell’attività del CeDoMus Toscana.

“Le fonti musicali toscane viste con gli occhi di un wikipediano” di Nicola Bianchi e Ilaria Palloni

Uno degli scopi del CeDoMus è di promuovere la musica e il lavoro dei compositori toscani nel mondo. Ci siamo chiesti come sarebbe stato possibile farlo in un modo veloce, efficiente, e raggiungibile dal numero più ampio possibile di utenti. Avevamo bisogno di un canale on-line immediatamente raggiungibile dai motori di ricerca e ci siamo subito resi conto che mai avremmo potuto competere con la più grande enciclopedia on-line già esistente: Wikipedia.

Era molto facile capirlo: nel cercare informazioni basilari, utili al nostro lavoro, su un qualsiasi compositore, magari “minore”, non presente sui dizionari blasonati (DEUMM, MGG, DBI, Grove), il web ci restituiva immediatamente, ai primissimi posti, una pagina Wikipedia. Una pagina che non sempre risultava esaustiva o scientificamente ineccepibile, ma era comunque presente, dando un segnale dell’esistenza effettiva di quello che cercavamo e fornendoci un pur basilare orizzonte informativo.

Con grande piacere abbiamo constatato che molti dei compositori da noi incontrati nel censimento avevano già una pagina Wikipedia a loro dedicata, anche se certe volte non in italiano. Alcuni compositori, come Filippo Maria Gherardeschi, avevano una ottima sezione biografica; altri ne avevano una assai striminzita (Giuseppe Becherini, Teodulo Mabellini, Giuseppe Cambini, Christian-Joseph Lidarti, Charles-Antoine Campion), ma quello che mancava sempre, in ogni caso, era un paragrafo che informasse su dove la loro musica si conservava. Con grande sconcerto ci siamo accorti che Wikipedia, scrupolosissima quando si tratta di citare riferimenti alla letteratura secondaria, anche nelle voci di maggior diffusione sui compositori più famosi (Puccini, Mascagni, Verdi, Mozart) non contempla affatto l’indicazione di dove le musiche si trovino, di dove siano conservate, né dei canali utili per trovarle (non contempla tutto ciò neanche per gli scrittori). Così abbiamo proceduto a un generale implemento delle informazioni:

1) abbiamo migliorato, dove possibile, le biografie, avvalendoci anche di contributi locali, che nel caso di certi compositori sono gli unici esistenti;

2) abbiamo aggiunto le informazioni sulla conservazione delle fonti, rendendo disponibili, in un unico “luogo”, i risultati delle maggiori risorse on-line (SBN, RISM, URFM, Internet Culturale, IMSLP ecc. ecc.).

Questa è la cosa di cui andiamo più orgogliosi, e quella più difficoltosa, per il fatto che le varie risorse specifiche non dialogo assolutamente tra loro. Troviamo, quindi, che per questo motivo sia una delle operazioni più utili per il fruitore, che nella nostra pagina trova in un colpo solo quello che in precedenza doveva ottenere con molte ricerche su più piattaforme.

Complessivamente, da novembre 2016 a oggi, abbiamo messo mano a 16 pagine:

4 nuove in italiano (Giovan Carlo Maria Clari, Bartolomeo e Alessandro Felici, Marco Santucci);

4 nuove del tutto (Giovan Gualberto Brunetti, Ferdinando Giorgetti, Teofilo Macchetti, Vincenzo Panerai);

5 ampliate fortemente (Giuseppe Becherini, Giuseppe Cambini, Charles-Antoine Campion, Christian-Joseph Lidarti, Teodulo Mabellini);

3 sezioni fonti aggiunte (Antonio Brunetti, Filippo Maria e Giuseppe Gherardeschi).

In lavorazione ci sono altre 5 sezioni fonti, 6 pagine nuove del tutto, 1 pagina nuova in italiano e abbiamo un progetto di reperimento di alcune discografie.  Curiamo inoltre la pubblicazione in lingua inglese delle pagine più importanti, sempre nell’ottica di un più ampia conoscenza del patrimonio muscale toscano.

Dal momento che vogliamo dare grande importanza alle fonti abbiamo deciso di creare pagine appositamente dedicate ai fondi musicali toscani particolarmente importanti. Il primo, e per ora unico, è il Fondo musicale Venturi di Montecatini Terme, ma seguiranno molti altri. E seguiranno anche molte pagine legate ai concetti fondamentali di biblioteconomia musicale, visto che l’enciclopedia di Jimmy Wales, sembra ignorare del tutto questa disciplina.

 

 

 

 

 

Su Stefania Gitto

Bibliotecaria, catalogatrice musicali e studiosa della storia delle collezioni musicali.

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