Database dei fondi musicali toscani

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Archivio Storico dell'Opera di Santa Croce. Libri liturgico-musicali

Conservatore
Archivio Storico dell'Opera di Santa Croce Archivio Storico dell'Opera di Santa Croce

Indirizzo: Piazza Santa Croce, 16
Comune: Firenze
Provincia: FI
Regione: TOSCANA
Telefono: 055 2466105
https://www.santacroceopera.it/studio/archivi/
archivio@santacroceopera.it


Produttore
Convento francescano di Santa Croce - Firenze Convento francescano di Santa Croce - Firenze
Cenni biografici: La storia di Santa Croce di deve “ufficialmente” iniziare il 14 settembre 1228. Questa è la data del primo documento che ci è dato conoscere. In questa data papa Gregorio IX, con Bolla inviata da Perugia, prendeva sotto la sua protezione i frati Minori che officiavano la Chiesa di Santa Croce in Firenze. Tuttavia la riconosciuta esistenza di un piccolo oratorio già officiato, ci autorizza ad anticipare di qualche anno l’insediamento dei primi francescani in questo luogo. Ben presto fu necessario ampliare la Chiesa, che nel 1280 venne arricchita con la maestosa Croce di Cimabue, oggi in Sacrestia. Alla fine del secolo XIV, a seguito della grande espansione della città che, con la nuova cerchia muraria (1284), inglobò l’intero quartiere di Santa Croce, fu deciso di costruire la nuova chiesa, di dimensioni monumentali, che è quella tutt’ora esistente: il progetto fu affidato ad Arnolfo di Cambio. La prima pietra fu posta il 3 maggio 1294, festa dell’Invenzione, o Ritrovamento, della Santa Croce. L’edificazione della Basilica, con pianta a T (Tau = segno della Croce) a tre navate coperte da capriate a vista, che caratterizzano le chiese francescane, si protrasse per oltre un secolo, finanziata dal Comune e dalle ricche famiglie fiorentine che, in cambio, ebbero il patronato delle cappelle. La sua consacrazione avvenne nella Festa dell’Epifania del 1443, alla presenza di papa Eugenio IV. Sin dal Trecento, quasi tutti i grandi artisti vi hanno lavorato e lasciato il loro contributo di innovazione e di arte: Giotto e la sua scuola, nei magnifici affreschi delle cappelle; Brunelleschi, nella sua Sala del Capitolo, la cosiddetta Cappella Pazzi. Michelozzo si occupò dell’ampliamento del convento progettando, per la famiglia dei Medici, la Cappella del Noviziato. Con la nascita del principato mediceo nel Cinquecento, il gusto artistico cambiò; vennero imbiancati gli affreschi del Trecento e l’interno di Santa Croce fu trasformato, secondo lo spirito della Controriforma. Tolto il pontile-tramezzo che ospitava il coro dei frati, dalla navata centrale, Giorgio Vasari eresse grandi altari nelle navate laterali, arricchiti con tele dei più grandi artisti: Bronzino, Santi di Tito, Vasari, Jacopo Ligozzi. Edificio sacro deputato alla morte (Sorella morte) e alla resurrezione, Santa Croce, che già nel Quattrocento accoglieva le tombe di due grandi personaggi della vita pubblica fiorentina (Leonardo Bruni e Carlo Marsuppini) divenne, a partire dal Cinquecento, sempre più “sacrario delle Itale glorie”, assurgendo prima a ‘Pantheon fiorentino’ e poi ‘nazionale’, con i monumenti funebri a Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei, Niccolò Machiavelli e a Vittorio Alfieri, Dante Alighieri (cenotafio), Ugo Foscolo, Gioacchino Rossini e molti altri, per esprimere l’importanza del ricordo dei valori civili, unitamente alla speranza cristiana nella vita eterna. Alla metà dell’Ottocento fu deciso di realizzare il campanile, opera del 1847 dell’architetto Gaetano Baccani, e la facciata in stile neogotico (1857-1863), con marmi bianchi e verdi, in sostituzione di quella incompiuta a gradoni, dandone l’incarico a Nicola Matas. Il 23 dicembre 1933, il papa Pio XI elevò la Chiesa di Santa Croce a Basilica Minore. Ancora oggi, dopo Ottocento anni di storia, i Francescani Conventuali di Santa Croce continuano la condivisione degli ideali francescani grazie alla loro casa editrice Città di Vita che pubblica, dal 1946, l’omonima rivista di religione, arte e scienza, nata come portavoce di quello che è stato il primo “Studio Teologico per Laici” in Italia (1945), e alla Biblioteca di Santa Croce (dal 1944), già Biblioteca dello Studio. Il complesso conventuale di Santa Croce nasce e si sviluppa contemporaneamente alla chiesa. Nel sec. XIV sorsero la Sagrestia, il dormitorio, l’infermeria, la foresteria, il refettorio. Questo primo convento vide l’affermarsi di una presenza francescana sempre più influente sulla vita dell’intera città. Era sede dello Studio Generale dell’Ordine, uno dei più prestigiosi d’Europa. Vissero qui ed insegnarono tre futuri papi dell’Ordine Francescano Conventuale e con essi numerosi teologi, filosofi, letterati, storici e scienziati che fecero in questo complesso uno dei più prestigiosi centri della cultura. Trentadue religiosi, formati in questa scuola, furono innalzati alla dignità episcopale, nove furono Generali dell’Ordine e due Vicari Apostolici. Tra le sue mura furono convocati i Capitoli generali del 1449, del 1467, e del 1565. Dopo un incendio, del 1423, si ricostruì il dormitorio, la biblioteca, sorgono ex-novo la Cappella del Capitolo o Cappella Pazzi, il secondo grande chiostro e il noviziato. Partecipano a questa seconda fase della costruzione, oltre al Comune, mediante i consoli dell’Arte di Calimala, attraverso l’Opera di Santa Croce (da opus, fabbrica), la cui istituzione si fa risalire al 1371, le ricche famiglie Spinelli, dei Medici, dei Pazzi. Grazie a questi interventi il convento raggiunse, sul finire del sec. XV, il massimo della estensione e importanza. Il Convento di Santa Croce conobbe altre calamità: nel 1557 si registra la più funesta inondazione dell’Arno che causò irreparabili danni ai suoi archivi, mentre nel 1966, l’alluvione del 4 novembre causò la perdita pressoché totale dell’archivio dello Studio per Laici.

 
Note e bibliografia: Per ulteriori approfondimenti: https://www.santacrocefirenze.it/?p=45 (ultima visita: 17 gennaio 2022); Santa Croce nel solco della storia / a cura di Massimiliano G. Rosito. Firenze: Città di vita, 1996.


Metodo di acquisizione
Deposito|Nativo

Storia del fondo
Il convento francescano di Santa Croce si distinse fin dal Medioevo per essere un centro culturale della città, non solo in quanto sede di uno studium generale, ma anche perchè vi si conservavano importanti codici, in gran parte miniati, riuniti nel secolo XV, in una vera e propria biblioteca, e pregevoli manoscritti liturgico ad uso di sacrestia, fatti eseguire per santa Croce o provenienti da altri enti, oggi molti dei quali andati perduti.

In particolare nel corso del secolo XIV furono commisionati due importanti cicli corali il cui apparato decorativo, realizzato dalla bottega di Pacino di Bonaguida nella prima metà del secolo e da quella di don Simone Camaldolese nella seconda metà, rappresenta uno dei massimi capolavori della miniatura fiorentina del tempo. Anche nel Cinquecento Santa Croce non smentisce il fervido, e non occasionale, interesse per il libro miniato facendo eseguire un terzo ciclo corale che, nel maggio del 1995, secondo la testimonianza di M.G. Ciardi Duprè, era esposto in sacrestia.

L’articolo 24 del regio decreto 3036 del 7 luglio 1866, di soppressione degli Ordini e delle Corporazioni religiose (in esecuzione della legge 28 giugno 1866 n. 2987), dispose la conservazione dei libri liturgici presso quelle chiese francescane che continuavano ad essere aperte al culto, come Santa Croce (... saranno conservati all’uso delle chiese ove si trovano).

In seguito alla riabilitazione dei Francescani, e dopo il ripristino della sede della Curia provinciale presso il Convento di Santa Croce (r.d.l. 1083, 13 luglio 1933), alcuni codici sono stati uniti alle raccolte della Biblioteca di Santa Croce (si veda scheda), istituita nel 1944, per agevolarne e migliorarne la fruizione a scopo di studio e di ricerca.

Il restante patrimonio librario dell'antica biblioteca di Santa Croce, in gran parte miniato, di straordinaria consistenza e importanza, è oggi suddiviso fra la Biblioteca Medicea Laurenziana (n. 545, motuprorio del granduca Pietro Leopoldo, 1766) e la Biblioteca Nazionale di Firenze (n. 120, soppresioni napoleoniche, 1808; n. 6, post 1772).

Alimentazione del fondo
Chiuso

Indicizzazione del fondo
9 libri corali (mss. A, B, C, D, P, F, G, Q e I) sono descritti in Codex (ultima visita: 10 mar. 2021) utilizzando come chiave di ricerca: città Firenze e sede di conservazione Opera di S. Croce; una puntuale descrizione codicologica e decorativa, con apparato fotografico, è consultabile in Mirabile inserendo nella ricerca globale Opera di Santa Croce Firenze; nell’opac Manus on-line (ultima visita: 28 dic. 2021) tramite la ricerca avanzata biblioteche e fondi Opera di Santa Croce si arriva alla descrizione dei 9 esemplari.


Alcuni dei manoscritti liturgico-musicali sono stati oggetto della campagna di catalogazione promossa dalla Soprintendenza di Firenze (1995) con la compilazione di schede cartacee OA (Opere e Oggetti d'Arte) i cui dati pubblici sono consultabili accedendo al Catalogo generale dei Beni Culturali (ultima visita 28 dic. 2021) utilizzando come chiave di ricerca avanzata: localizzazione Chiesa S. Croce.


Presoo l'Archivio è consultabile una lista di consistenza del posseduto.

 

Accessibilità del fondo
Consultabile tramite appuntamento
L'Archivio storico dell’Opera di Santa Croce è un archivio privato aperto al pubblico, è possibile accedervi previa richiesta e su appuntamento dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 9-17. La richiesta va inviata all’indirizzo mail specificando l’oggetto della ricerca che si intende svolgere e le sue finalità. L’accesso è consentito a studiosi e docenti. Studenti, laureandi e dottorandi devono fornire una lettera di presentazione del docente responsabile della loro ricerca.

Tipologia
I manoscritti liturgici-musicali, oggi conservati nell'Archivio dell'Opera di Santa Croce, sono raggruppabili in gruppi omogenei, sulla base della loro datazione e provenienza: 2 volumi datati ad inizio del Trecento, 5 alla seconda metà del secolo, 1 al secolo XV e 1 tra la fine del XV e l'inizio del Cinquecento.


  • I 2 antifonari mss. G e Q (primo ciclo corale): datati ai primi anni del secolo XIV e attribuiti, per la parte decorativa,  al miniatore fiorentino Pacino di Bonaguida che li realizzò nello scriptorium del convento di Santa Maria degli Angeli a Firenze; contengono la liturgia delle Ore e fanno parte di un stesso ciclo realizzato per Santa Croce. La scarsa rilevanza data alla festa dell'Invenzione della Croce e alcune particolarità iconografiche hanno fatto ipotizzare che fossero giunti dal convento delle Clarisse di Monticelli.

  • I 4 antifonari mss. A, B, C, D e 1 graduale ms. P (secondo ciclo corale): datati alla seconda metà del secolo XIV (terzo quarto) e attribuiti, per la parte decorativa, al miniatore fiorentino don Simone Camaldolese e alla sua bottega. Sono parte integrante di uno stesso ciclo liturgico, non completo, commissionato per Santa Croce: mancano almeno un antifonario, a completamento del ciclo temporale e del Proprio dei santi, e quattro graduali.

  • L'antifonario ms. F: datato al secolo XV ex., con decorazioni di ambito fiorentino. La Dedicatio ecclesie all'interno della festa di Ognissanti e il particolare rilievo dato alla festa di san Clemente fanno pensare che fossero stati realizzati per un'altra destinazione, come la chiesa fiorentina di Ognissanti o altra dedicata a san Clemente.

  • Il graduale ms. I: datato ai secc. XV ex.-XVI in., con decorazioni, in prevalenza filigranate, di ambito fiorentino e ipoteticamente commissionato per Santa Croce. Le controguardie, di recupero, provengono da un codice liturgico di piccolo formato del sec. XV.


  • Un gruppo di codici, ipoteticamente commissionati anche questi per Santa Croce: l'antifonario ms. E (secc. XVI-XVII), con decorazioni ad iniziali blu e rosse; il miscellaneo ms. O (graduale, antifonario, messe e uffici votivi), datato al XVI secolo, con inziali filigranate e un antifonario membranaceo per il Proprio dei Santi e Comune degli Apostoli del 1735.  A questi si aggiunge un salterio romano a stampa (Venezia: Baglioni, 1765).



Genere
Vocale sacra

Consistenza materiale principale
Libri liturgici musicali: 13


Datazione del materiale
1301-1400
1401-1500
1501-1600
1601-1700
1701-1800

Caratteristiche fisiche
I codici manoscritti sono di grande formato con legature in pelle su assi di legno, alcuni con borchie e fermagli.

Identificazione
Sul piatto anteriore di molte legature figura un cartellino profilato in metallo riportante la segnatura

Stato di conservazione
Buono

Bibliografia
I codici miniati di Santa Croce / Maria Grazia Ciardi Dupré Dal Poggetto. In: Santa Croce nel solco della storia / a cura di Massimiliano G. Rosito. Firenze: Città di Vita, 1996. Pp. 77-96; La tradizione musicale / Ippolita Morgese. In: Santa Croce nel solco della storia / a cura di Massimiliano G. Rosito. Firenze: Città di Vita, 1996. Pp. 107-132; Ad usum fratris... : miniature nei manoscritti laurenziani di Santa Croce (secoli 11.-13.) / [a cura di] Sonia Chiodo; con una introduzione di Ida Giovanna Rao. Firenze : Mandragora, 2016. Pp. 68-69; Per una ricostruzione della biblioteca quattrocentesca di Santa Croce (con una nota sui codici del Plutarco volgare / Cristiano Lorenzi Biondi. In Bibliofilia, n. 2 (2017). Pp. 211-228.

Data ultima modifica
19.01.2022

Fonte compilazione
Novella Maggiora - Informazioni bibliografiche



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