Ecco come l’attività di censimento del CeDoMus sia occasione di posare lo sguardo su altre meraviglie artistiche, oltre alla musica. In questo caso la ricognizione fatta presso il Museo Nazionale di San Matteo a Pisa, che conserva un numero cospicuo di importanti libri liturgici con notazione musicale, ha portato Roberta, nostra collaboratrice storica dell’arte oltre che violista da gamba, a scrivere questo interessante saggio che identifica, per la prima volta, gli strumenti musicali raffigurati in alcune opere d’arte conservate al Museo.

GLI STRUMENTI MUSICALI NELLE OPERE DELLA COLLEZIONE DEL MUSEO NAZIONALE DI SAN MATTEO DI PISA di Roberta Castelli

Il primo nucleo di dipinti del Museo Nazionale di San Matteo fu raccolto dal canonico del Duomo Sebastiano Zucchetti che lo donò all’Opera del Duomo di Pisa nel 1796. La collezione fu successivamente lasciata in uso per la Scuola di Disegno, e nel secolo successivo, si accrebbe ulteriormente grazie alle acquisizioni al demanio effettuate in epoca napoleonica e post-unitaria. Nel 1893 Iginio Benvenuto Supino allestisce presso il convento di San Francesco il nuovo prestigioso Museo Civico, di cui redige anche un prezioso catalogo. Nel 1949 l’intera collezione fu trasferita nel nuovo Museo Nazionale, presso il restaurato convento di San Matteo in Soarta, accogliendo le raccolte dell’ex Museo Civico con successivi incrementi. Il Museo ospita opere pisane e non tra cui dipinti su tavola e tela, opere scultoree e libri liturgici, dal XII secolo fino a un nucleo più piccolo di opere dal XVI al XVIII secolo.

I dipinti, e due casi di scultura, presi in esame in questa sede, sono circoscrivibili dall’inizio del XII secolo fino al XVII secolo. Lo scopo che si prefigge questo saggio è quello di indagare, riconoscere e recensire gli strumenti musicali raffigurati nelle opere esposte del Museo. Sono stati individuati otto dipinti su tavola, due su tela, una scultura marmorea e due colonne lignee con elementi iconografici musicali.

La conoscenza degli strumenti usati nel Medioevo e nel Rinascimento si basa su tre tipi di fonti: letterarie, figurative e gli strumenti che sono giunti fino a noi. Riguardo alle fonti figurative, uno dei temi più ricorrente è quello degli angeli musicanti nelle opere a soggetto sacro.

L’iconografia degli angeli musicanti si afferma pienamente nel XIV secolo a seguito della diffusione della Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze nella quale gli angeli vegliano sulle vite miracolose dei santi e accompagnano in particolare, i soggetti mariani. Nel corso del XIV e XV secolo si assiste a una significativa proliferazione di ensemble strumentali angelici. Il tema della Madonna con il Bambino appare però privilegiato, così come l’iconografia della Madonna del Latte, dell’Umiltà e del Rosario, mostrando una declinazione del concerto angelico, in onore della Madre di Cristo, in un contesto più intimo legato a una devozionalità di tipo privato.

Gli strumenti non erano però necessariamente suonati nelle formazioni rappresentate, spesso infatti la scelta degli strumenti rispondeva unicamente a criteri estetici, inoltre la raffigurazione e la loro impugnatura poteva essere più o meno fedele a seconda delle conoscenze musicali e organologie dell’artista… LEGGI TUTTO….

Riproduzione delle opere citate nell’articolo

Con l’occasione si ringrazia per la gentilissima collaborazione lo staff del Museo, in particolare la dott.ssa Caterina Bay e Pierluigi Nieri.

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Su Stefania Gitto

Bibliotecaria, catalogatrice musicali e studiosa della storia delle collezioni musicali.

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