Il 24 novembre 2017 il CeDoMus ha partecipato con due rappresentanti – Stefania Gitto e Nicola Bianchi – al convegno internazionale Music Publishing and Composers: 1750-1850, organizzato dal Centro studi opera omnia Luigi Boccherini, e svoltosi nel complesso monumentale di San Micheletto a Lucca dal 24 al 26 novembre.
La sessione mattutina del 24 è stata presieduta da Roberto Illiano (in sostituzione del previsto Rohan Stewart-MacDonald). Dopo i saluti istituzionali si è aperta con l’intervento di Maria Virginia Rolfo (San Miniato, Pisa) sul compositore fiorentino Eugenio Sodi (1767-1787) ed è proseguita con la relazione di Michael Vitalino (Crane School of Music, Potsdam) sulle differenze tra le due edizioni del Buch der Lieder di Franz Liszt. Successivamente Nicola Bianchi ha analizzato le trenta edizioni a stampa presenti nel Fondo Venturi di Montecatini Terme (PT), un campione perfettamente rappresentativo dell’attività editoriale musicale nell’Europa della seconda metà del Settecento.
Alla ripresa pomeridiana la professoressa Bianca Maria Antolini (Conservatorio di Perugia) ha tenuto il suo keynote speech sulle edizioni chez l’auteur: un argomento che le ha permesso di sintetizzare compiutamente lo stato degli studi sull’editoria musicale del Sette e Ottocento, soprattutto riguardo ai rapporti tra editori, compositori, incisori e stampatori, delineando un vero e proprio compendio della circolazione musicale e proponendo nuove fonti per lo studio delle modalità di fruizione: l’esame degli elenchi dei sottoscrittori indicati nei frontespizi delle edizioni chez l’auteur. Poiché la stampa veniva finanziata appunto con le quote versate dai sottoscrittori, l’analisi e il confronto di queste liste potrebbe dirci molto sugli effettivi acquirenti delle musiche.
Il pomeriggio, con Fulvia Morabito in veste di chair, è continuato con Maria Birbili (University of Chicago), che ha parlato dei difficili rapporti dei compositori d’opera italiani con gli editori, riferendosi soprattutto alla scarsa cura con cui Ricordi trattò le opere di Rossini, con una precisa rendicontazione delle rimostranze di quest’ultimo, le cui volontà sono riemerse solo con l’avvento delle edizioni critiche di Philip Gossett negli anni Novanta del ‘900. Successivamente Myron Gray (Haverford College) ha analizzato i primi prodotti dell’editoria americana, a partire dall’inizio del XVIII secolo, concentrandosi sulla pubblicazione delle arie d’opera mozartiane, spesso ridotte e riarrangiate dagli editori al fine di trasformarle in canzonette leggere, molte volte prive anche dell’indicazione di autore.
Stefania Gitto ha aperto l’ultima sezione serale, con chair Luca Levi Sala, parlando dell’attività di Giuseppe Lorenzi, editore fiorentino ma anche archivista granducale. Il suo lavoro rappresenta l’anello mancante tra la gestione, in epoca di ancien régime della musica organizzata in cappelle e commissioni nobiliari e l’incipiente svolta imprenditoriale ottocentesca, basata sulla produzione editoriale. Il pubblico si è divertito a leggere gli atti ufficiali del granduca, dai quali si evince che Lorenzi trafugava musiche dall’archivio di corte per poi rivenderle come sue edizioni stampate!
Ultimo intervento è stato quello di Giovanna Carugno (Università della Campania «Vanvitelli») che ha parlato della causa tra Lucca e Ricordi riguardante la stampa della partitura del Nabucco di Verdi: un contenzioso che ha inaugurato la giurisprudenza italiana in materia di diritto d’autore.